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'Aiutatemi a portare a casa mia figlia'

 
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BUBBOLINA
MOD News Ado e Supporto Infanzia
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MessaggioInviato: Lun 27Mar17 20:08    Oggetto: 'Aiutatemi a portare a casa mia figlia' Rispondi citando

«Aiutatemi a portare a casa mia figlia»
Vanity Fair.it


di Alessia ArcolaciContributor

Sarah Maestri toglie i panni dell'attrice e parla solo da mamma. Trattiene a stento le lacrime mentre mi racconta che tra poche ore sarà all'aeroporto. Andrà a prendere la sua Alesia, 14 anni, pronta ad arrivare ancora una volta dalla Bielorussia, dall'orfanotrofio in cui è nata, per trascorrere del tempo con sua madre.

La prima volta che è venuta in Italia era il 2012 e aveva 8 anni. «Dovrà ripartire dopo una settimana, come ogni volta», mi spiega Sarah al telefono. Ed è a questo punto che tutto perde forza, tranne il dolore.


«Seduta sul pavimento della tua cameretta, sfoglio i tuoi disegni – scrive Sarah Maestri, attrice e produttrice cinematografica luinese, in un appello pubblicato sul suo profilo Facebook. "Mamma sei andata in quel posto dove c’è il presidente?", "Sì amore, ci vado tutti i giorni", "E cosa ti hanno detto?", "Ancora nulla, bisogna aspettare".

La storia di Sarah e sua figlia Alesia è quella di centinaia e centinaia di famiglie che lottano contro la burocrazia italiana e chiedono solo di adottare i bambini che amano. «Un gesto d'amore – spiega Sarah – che dovrebbe essere supportato e invece trova ostacoli su ostacoli».

Sarah ha ricevuto il decreto di idoneità per Alesia nel giugno del 2015. «Sono trascorsi 700 giorni, due anni, dal mio decreto d'idoneità all'adozione, ma la mia bambina insieme ad altri 200, è in orfanotrofio. Non hanno ancora potuto abbracciare le loro 150 famiglie pronte ad accoglierli definitivamente».

Per portare in Italia la sua bambina, Sarah, dopo avere prodotto tutti i documenti necessari ed essersi sottoposta a un numero infinito di visite mediche (circa 30), tra cui l'analisi dei capelli, deve aspettare che il Cai (la Commissione Adozioni Internazionali) comunichi alla Bielorussia l’elenco dei bambini adottabili. Tutto qui.

L'iter in cui Sarah, e con lei le altre famiglie in attesa di adottare, sono impantanate è bloccato dalla momentanea assenza di un presidente effettivo del Cai. Oggi la carica è di fatto ricoperta dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. È a lui che Sarah si rivolge, per avere una risposta, un gesto che sblocchi questo stallo che sembra senza fine.

«La mia non è una lotta contro qualcuno, non ci sono guerre. Vorrei però che le famiglie come le nostre, che desiderano solo garantire un futuro d'amore a questi bambini, non venissero messi alla mercè di tutti quelli che invece fanno del male a noi e ai nostri figli».

Alesia è arrivata in Italia, da Sarah, in seguito all'attivazione di un progetto di risanamento della Onlus Puer, nato dopo lo scoppio della centrale di Chernobyl. Il suo è quindi un caso a rischio che dovrebbe seguire un percorso agevolato.

«Invece gli anni passano e mia figlia cresce lontana da me. Tutto quello che avrei voluto offrirle, l'infanzia felice che sognavo per lei è volata via. Ormai è troppo tardi, Alesia è una ragazzina. Qui c'è la sua cameretta rosa, le sue bambole, ma lei non c'è».

Sarah si commuove, parlare di sua figlia e della battaglia che sta portando avanti, in nome anche di tutte le famiglie che vivono la sua situazione, è difficile. «Vorrei offrire ad Alesia il mondo e non posso darle niente, per la burocrazia. Fa troppo male».

Ma nei prossimi giorni ci saranno solo sorrisi per sua figlia. «Festeggeremo la Pasqua in anticipo, domenica tutti insieme, perché non sappiamo quando potrà tornare. Ogni giorno insieme sarà regalato. La cosa più dolorosa sarà rispondere alle sue domande, fare finta di niente quando mi chiederà tra quanti giorni dovrà ripartire. Riportarla in orfanotrofio mi devasterà, ancora una volta».


http://www.vanityfair.it/
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